Blog

Spesa gratis in cambio di volontariato. Messaggi di questo tipo hanno accompagnato lo scorso novembre l’apertura dell’Emporio della Solidarietà Arca. Un gran clamore mediatico che ha avuto il merito di accendere i riflettori sulle tematiche legate alla povertà. Il progetto portato avanti da La Casetta Onlus e la Fondazione Progetto Arca, però, nasconde una complessità maggiore che non sempre è stato possibile veicolare in articoli o servizi radiotelevisivi.

Idea fondante dell’Emporio, infatti, è quella di sfruttare il progetto non solo per dare un sostegno concreto alle famiglie, ma anche e soprattutto quella di aiutare persone in difficoltà ad uscire da una condizione di isolamento, chiusura e rassegnazione. Mettere esperienze e capacità a confronto, spingendo l’individuo a mettersi in gioco e non solo ad accettare passivamente un aiuto offerto.

In questo senso svolge un ruolo fondamentale la fase di formazione che la stessa presidente de La Casetta, Anna Gilda Gallo, ha tenuto insieme ai partecipanti al progetto. Un modo per prepararsi al volontariato, ma anche per favorire la socializzazione, riscoprire e valorizzare le competenze che ognuno possiede. Incontri sentiti che hanno portato frutti talvolta anche inaspettati.

Da cosa nasce cosa e dall’Emporio della Solidarietà sta nascendo un nuovo ambizioso progetto che mira ad aiutare le famiglie in difficoltà attraverso proprio un percorso di formazione. L’idea è quella di creare quella che potrebbe essere chiamata “Scuola delle abilità”. Ebbene sì, una vera e propria scuola che, facendo forza sulle doti ed inclinazioni di ognuno, fornirà alle persone in difficoltà gli strumenti necessari per rimettersi in gioco, per reinserirsi nel mondo del lavoro attraverso un atteggiamento di apertura e predisposizione alle opportunità che si possono presentare.

Insegnanti di eccezione metteranno a disposizione la loro esperienza e le loro conoscenze per guidare queste persone lungo un percorso formativo che si avvarrà di strumenti diversi rispetto a quelli tradizionali, ai quali siamo solitamente abituati. No ai classici libri di testo, si al fare con amore. Da qui la scelta di soprannominare questi maestri “coach in love”. Perché l’amore per il prossimo è da sempre il motore che spinge La Casetta Onlus ad andare avanti, che alimenta e dà vita alle sue iniziative.

È passata quasi una settimana dall’inaugurazione di “Arca, l’Emporio della Solidarietà”. Tanto interesse per un evento dall’importanza materiale e simbolica notevole. Prima di poter aprire quelle porte, però, è stato necessario un lungo lavoro, lo stesso che occorrerà per portare avanti il progetto permettendo alle famiglie in difficoltà di fare la spesa. Un prima e un dopo quindi.

Ed è in quel prima e in quel dopo che spesso i riflettori sono spenti. Non si spegne, però, l’interesse e l’attenzione di persone, gruppi ed attività commerciali che da sempre si dimostrano vicine a La Casetta Onlus e alle sue iniziative in favore di chi ha maggiore bisogno. Non è mancato il loro contributo anche nell’inaugurare “Arca, l’Emporio della Solidarietà” e certamente non mancherà per sostenerne le attività.

Per questo è doveroso un sentito ringraziamento a: “Multicenter School”, “Sciardac”, Risotrante “Capo Blu”, Agenzia di viaggi “Last Minute Store”, Amici del “Reiki” e Salvatore Illiano. È anche grazie a loro che, in collaborazione con la Fondazione Progetto Arca, oggi possono offrire sostegno a 40 famiglie del nostro territorio.

Il giorno dell’inaugurazione è ormai prossimo. Martedì 8 novembre, alle ore 17, aprirà per la prima volta le proprie porte “Arca, l’Emporio della Solidarietà”, allestito in via Cappella a Monte di Procida, proprio al confine con Bacoli. Si tratta di un importante progetto, unico in Campania e non solo, il frutto dell’intensa collaborazione fra l’associazione La Casetta Onlus e la Fondazione Progetto Arca Onlus con sede a Milano, che insieme intendono sostenere le famiglie indigenti del territorio flegreo.

Secondo il rapporto 2016 su povertà ed esclusione pubblicato dalla Caritas, infatti, in Italia sono un milione e 582mila le famiglie in povertà assoluta, oltre di 4,5 milioni di individui, il numero più alto dal 2005. Non si tratta di un disagio economico, ma della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quei beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Dal 2007 la percentuale di persone povere è più che raddoppiata passando al 7,6%. Ancora una volta è il Mezzogiorno a vivere la situazione più difficile, qui si concentra il 45,3% dei poveri di tutta la nazione.

Per questo nasce “Arca”, un social market con tratti molto innovativi. Nella sua sede si possono trovare frigoriferi e i classici scaffali di un supermercato con una dozzina di prodotti alimentari sempre disponibili. I clienti, tramite un protocollo d’intesa, saranno selezionati dai Servizi Sociali. Si tratta di 40 famiglie di Bacoli e Monte di Procida che potranno fare la spesa senza dover spendere i propri soldi. La Casetta e Progetto Arca, infatti, senza l’ausilio di fondi pubblici, sono riusciti a finanziare interamente il progetto. Le famiglie coinvolte riceveranno una tessera a punti che utilizzeranno per pagare la propria spesa.

Tratto innovativo di questa iniziativa è la possibilità per i clienti di “ricambiare” il servizio ricevuto tramite ore di volontariato da prestare secondo le proprie possibilità, competenze e predisposizioni. Per loro sarà proposto un apposito corso di formazione nel quale impareranno a relazionarsi col prossimo e con le diverse situazioni di disagio. Non più, quindi, un semplice dono, ma una nuova dimensione di scambio che gratifica la persona, facendola sentire utile e non peso. Tale sistema, inoltre, crea relazioni nuove, aiuta chi si trova in difficoltà ad uscire da una pericolosa tendenza all’isolamento.

Spiega così Anna Gilda Gallo, presidente de La Casetta Onlus”, il sentire da cui nasce il progetto: «Nella profonda problematicità della nostra vita c’è bisogno di una voce che gridi “non temere”. Io credo che l’uomo si debba liberare da quel che si è messo addosso o da quel che gli hanno messo addosso, l’inclusione, quindi, è importante perché solo così l’essere scopre la relazione e la capacità di amare.

«A Milano, a Roma, ora a Napoli, e domani in altre città italiane: Progetto Arca vuole essere presente per aiutare le famiglie in difficoltà, che hanno il bisogno e il diritto di riprendersi e ricominciare a vivere – commenta Laura Nurzia, vicepresidente della Fondazione – E aiutare per noi significa innanzitutto soddisfare i bisogni primari attraverso beni semplici proprio come quelli alimentari, ma significa anche guardare oltre l’assistenza, credendo in un futuro di autonomia e integrazione sociale per tutti. Questo è il valore imprescindibile della dignità della persona».

Si è conclusa ieri sera la seconda edizione de “La Zuppa della Bontà”, l’evento organizzato in numerose piazze italiane dalla Fondazione Progetto Arca per sostenere iniziative a favore delle persone senza fissa dimora. Anche La Casetta Onlus ha preso parte all’evento, allestendo due stand, uno a Bacoli in Villa Comunale ed un altro a Monte di Procida in Piazza XXVII Gennaio. 3

Grazie al supporto dei volontari, nel corso delle due giornate sono state distribuite oltre 180 confezioni di zuppa. Presso i banchetti tanti amici, sostenitori, ma anche tanti semplici passanti che, a fronte di una piccola donazione, si sono portati a casa una delle tre varianti di zuppa, compiendo un gesto concreto per aiutare le persone senza fissa dimora.

Altre confezioni sono ancora nella sede de La Casetta Onlus in via Cappella, a Bacoli. 1Continuerà, quindi, anche nei prossimi giorni la distribuzione de “La Zuppa della Bontà”. Con le stesse modalità, chi volesse riceverne può recarsi nella sede durante gli orari di apertura.

Sabato 15 e domenica 16 ottobre, torna l’appuntamento con “La Zuppa della Bontà”, l’evento organizzato in numerose piazze italiane dalla Fondazione Progetto Arca. Nel territorio flegreo l’evento è promosso da La Casetta Onlus che allestirà due stand dalle 9 alle 19, uno a Bacoli in Villa Comunale ed un altro a Monte di Procida in Piazza XXVII Gennaio.

Presso i nostri banchetti i volontari offriranno, a fronte di una piccola donazione, la zuppa della bontà a tutti coloro che desidereranno portare in tavola una delle tre gustose varianti di zuppe confezionate, prodotte dall’azienda Pedon. Un piatto speciale per i propri cari e, allo stesso tempo, un modo concreto per offrire un aiuto alle persone senza dimora.

Si tratta di un prodotto, la zuppa, scelto per il suo forte valore simbolico: alimento sano, alla portata di tutti e perfetto per dare ristoro a persone che raramente, vivendo in strada, hanno la possibilità di consumare un pasto caldo. Proprio ai senza fissa dimora saranno destinati i fondi raccolti, sostenendo anzitutto il Servizio Mobile su Strada con il quale cerchiamo di offrire ascolto, orientamento e sostegno concreto agli indigenti del territorio flegreo.

L’invito è quello di accorrere numerosi per poter aiutare quante più persone possibili. Quest’anno, però, chiediamo anche un supporto a tutti coloro che desiderano dedicare un po’ del loro tempo diventando volontari e aiutandoci a presidiare le piazze con i nostri stand per una giornata o solo per poche ore. Gli aspiranti volontari de “La Zuppa della Bontà” possono ricevere informazioni e aderire all’iniziativa telefonando allo 081/8682154 o al 3388973932.

Avevamo promesso importanti novità a settembre e le importanti novità ci sono. Come annunciato, non si è fermato neppure in estate il lavoro per poter realizzare un emporio della solidarietà proprio a cavallo fra i comuni di Bacoli e Monte di Procida. Passo dopo passo, si è partiti da un’idea, il sogno di un​ ​social market​, e si è giunti ormai in prossimità della sua realizzazione. Mancano gli ultimi tasselli, ma entro metà ottobre tutto dovrebbe essere pronto per l’inaugurazione. ​

DCIM100GOPRO

Lavori all’interno dei locali

Si chiamerà Arca e aprirà in via Cappella 31, a pochi metri dalla sede de La Casetta Onlus​. Uno spazio composto da due locali comunicanti, appositamente individuato ed attrezzato. Nei prossimi giorni saranno consegnate anche le scaffalature e i frigoriferi in cui saranno disposti i prodotti. Il lavoro, però, parte da lontano. La Casetta Onlus e la Fondazione Progetto Arca Onlus​ ancora una volta hanno unito le forze e, senza l’ausilio di finanziamenti pubblici, hanno portato avanti un progetto unico in Campania.

La vendita di marmellate e le altre raccolte fondi organizzate da La Casetta hanno contribuito alla realizzazione. Così, anche grazie alla generosità di tanti sostenitori, presto l’emporio della ​ solidarietà potrà offrire un paniere di circa una dozzina di prodotti fissi e sempre disponibili. Prodotti essenziali come pasta, riso, olio, latte, ma la speranza è quella di poter ampliare l’offerta creando una rete solidale con i commercianti del territorio.

Non si tratterà, però, di una semplice distribuzione di beni, ma di una vera e propria spesa. La differenza sarà solo nel metodo di pagamento. I clienti, infatti, riceveranno un tessera a punti con la quale salderanno il conto. Per caricare questa tessera non serviranno soldi, ma impegno, tempo e competenze che i clienti metteranno a disposizione del prossimo attraverso un’opera di volontariato.

Veduta esterna da via Cappella

Veduta esterna da via Cappella

A partecipare al progetto saranno 40 famiglie, 20 di Bacoli e 20 di Monte di Procida, individuate direttamente dai Servizi Sociali con i quali è stato sottoscritto un apposito protocollo di intesa. Prima di prestare la propria opera, tutti i clienti seguiranno una formazione al volontariato direttamente con Anna Gallo, presidente de La Casetta Onlus. Sarà un’occasione per imparare a rapportarsi col prossimo in difficoltà, ma anche per conoscere predisposizioni e competenze secondo le quali ogni persona sarà impiegata.

Le finalità del progetto sono diverse. La Casetta Onlus con la Fondazione Progetto Arca​ ​Onlus​ ha cercato un modo diverso per aiutare le famiglie indigenti, superando la logica dell’assistenzialismo. L’organizzazione dell’emporio della solidarietà​ ​”Arca​”​, infatti, sprona chi si trova in situazioni di difficoltà ad uscire dall’isolamento, a mettersi in gioco e a creare relazioni nuove, valorizza le competenze e gratifica l’individuo che sente di poter offrire qualcosa in cambio.

Segnali preoccupanti arrivano dall’ultimo “Rapporto annuale sulla povertà in Italia” presentato dall’Istat, un campanello d’allarme per le istituzioni e per quanti operano nel sociale. Le stime diffuse dal report sono riferite a due distinte misure della povertà: relativa ed assoluta, che semplificando fanno riferimento, rispettivamente, alle difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi e l’impossibilità di raggiungere uno standard di vita minimo accettabile.

Si stima che nel 2015 le famiglie in condizione di povertà assoluta siano 1 milione e 582 mila, per un totale di 4 milioni e 598 mila individui, il numero più alto dal 2005 a oggi. L’incidenza della povertà assoluta cresce moderatamente per quanto riguarda le famiglie, ma aumenta considerevolmente se misurata in termini di persone (+0,8% rispetto al 2014). Anche la povertà relativa risulta stabile nel 2015 in termini di famiglie mentre aumenta se si considera il numero degli individui (+0,8%).

Questi dati sono indice delle crescenti difficoltà economiche a cui vanno incontro le famiglie numerose, quelle composte da 4 persone. Si tratta soprattutto di coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3%), in media più numerose. Analogo discorso per la povertà relativa che arriva al 31,1% nelle famiglie composte da 5 o più persone.

Il report Istat segnala che i giovani in povertà sono triplicati con la lunga recessione economica e sono ormai il doppio degli anziani. Gli individui tra i 18 e 34 anni che vivono in condizioni di povertà assoluta hanno superato il milione, sono circa il 10% mentre nel 2005 erano appena il 3,9%. Particolarmente colpito anche il sud Italia, dove risultano relativamente povere quasi quattro famiglie su dieci.

In sostanza nel 2015 circa una persona su tredici ha vissuto in povertà assoluta, per farsi un’idea, quasi i cittadini di tutto il Veneto. Come accennato la distribuzione della povertà in Italia riflette il tradizionale divario tra nord e sud. Calabria, Sicilia, Basilicata e Molise hanno, in proporzione, più del doppio dei poveri rispetto alla media nazionale. Va poco meglio alla Campania che si ferma al 17, 6 % di povertà relativa.

I dati, rimbalzati all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale, meritano una riflessione seria ed interventi concreti che agiscano sulle cause che generano povertà. Non bastano misure una tantum, è necessario creare posti di lavoro dignitosi e stabili, servono politiche per la casa, occorre agire sulla dispersione scolastica.

Si tratta, quindi, di politiche strategiche che riguardano le istituzioni locali e nazionali. Anche La Casetta Onlus, però, nel suo piccolo cerca di perseguire questa strada, non limitandosi ad interventi di tipo assistenziale. L’attenzione ai minori ed alle famiglie, il supporto scolastico, la formazione professionale delle donne… Sono tutti interventi di ampio respiro con cui volontari ed operatori cercano di affrontare in maniera integrata il disagio per generare un benessere solido e duraturo.

Pochi principi sono radicati nell’idea stessa di stato moderno e democratico come quello dell’eguaglianza. Oggi probabilmente la riflessione pubblica si ferma poco sul tema e si è portati a credere che non ci tocchi da vicino. Poniamoci, però, la domanda: esiste davvero l’eguaglianza? Ha cercato di fornire una risposta il Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF con un report sulla disuguaglianza nel benessere dei bambini nei paesi ad alto reddito. Un lavoro che analizza il divario fra i minori della fascia più bassa e quelli della fascia media, in termini di reddito, istruzione, salute e soddisfazione nei confronti della vita.

Il quadro che emerge restituisce l’immagine di una crescente diseguaglianza anche nei paesi del cosiddetto benessere. La differenza fra ricchi e poveri è aumentata negli ultimi decenni e la crisi economica ha acuito il divario. In questo scenario è concreto il rischio di lasciare indietro in tanti, in particolare i più giovani. È ormai convinzione diffusa, infatti, che le esperienze infantili abbiano un profondo impatto non solo sulla vita presente dei bambini, ma anche sulle loro opportunità e prospettive future. Analogamente, le condizioni di svantaggio socio-economico nei primi anni di vita aumentano il rischio di basse retribuzioni, standard sanitari e competenze inferiori in età adulta.

Osservando i dati notiamo come la Danimarca sia in cima alla classifica complessiva con una disuguaglianza relativamente contenuta, seguita da Finlandia, Norvegia e Svizzera che condividono il secondo posto. Israele e Turchia si collocano nelle ultime posizioni della classifica, ma nella parte bassa troviamo alcuni dei paesi più ricchi del mondo, fra cui tre appartenenti al G7: Canada, Francia e Italia.

Il nostro paese nella classifica complessiva si trova addirittura al 32° posto sui 35 stati valutati nel loro complesso. L’indicatore più preoccupante è quello nelle diseguaglianze di reddito. In Italia un bambino di fascia disagiata ha a disposizione un reddito mediamente più basso di oltre il 60% rispetto ai pari età di fascia media. Un divario pesante ed in crescita in paese in cui la povertà minorile è già alta, al 17,7%. Crescente la diseguaglianza anche nell’ambito della salute, Italia 28°su 35, con sempre più bambini che non hanno la possibilità di effettuare una regolare attività fisica.  Solo leggermente migliore la situazione in merito all’istruzione e soddisfazione nei confronti della vita. Di tutto ciò i più piccoli non hanno colpa, ma rischiano di pagarne le conseguenze.

Dati di questo tipo servono a fornire un quadro chiaro e definito del problema, attraverso numeri che non possono essere ignorati. Chi, però, opera quotidianamente nell’assistenza all’infanzia e all’adolescenza più disagiata ha una percezione diretta delle difficoltà degli ultimi, di chi resta indietro, soprattutto se minore. Per questo i volontari e gli operatori de La Casetta Onlus, in via Cappella a Bacoli (NA), cercano di intervenire su svariati fronti per favorire l’inclusione sociale e combattere quelle disuguaglianze che spesso ne sono la causa.

Lo fanno attraverso un percorso integrato. La semplice assistenza materiale, infatti, non garantisce un’emancipazione piena e duratura. Combattere le diseguaglianze significa rompere la spirale di disagio garantendo un pieno sviluppo della persona e opportunità nuove per il minore. Allora La Casetta Onlus si occupa di istruzione con il supporto scolastico e l’accompagnamento. Non solo, in questa logica si inseriscono anche le attività ludico-ricreative e i programmi alimentari. Fondamentale, infine, anche l’attenzione al contesto familiare con il supporto alla genitorialità e le iniziative volte a creare nuove opportunità per madri senza lavoro.

 

Mirco Maestrini

Spesso si dice che la realtà non può essere spiegata con dei freddi dati numerici. Sarà sicuramente vero, ma in alcuni casi solo la forza brutale e inappellabile dei numeri può rendere l’idea di ciò che ci circonda. Nel mondo sono circa 570 milioni i bambini che vivono in condizioni di estrema povertà, 750 milioni sono vittime di deprivazioni di vario tipo, mentre più di 950 milioni rischiano di cadere in povertà. I dati forniti da Save the Children nel nuovo rapporto “Povertà minorile nel mondo”, sono sicuramente eloquenti, ma sembrano dipingere una realtà a noi lontana. Così non è. Circa il 73% delle persone povere nel mondo vivono in paesi a medio reddito e anche tra i paesi più ricchi. Nella stessa Unione Europea il 27% dei bambini sono a rischio di povertà ed esclusione sociale.

L’Italia non fa eccezione. Il nostro paese, insieme a Grecia e Spagna, è quello che ha maggiormente e fortemente avvertito la crisi economica e i dati lo testimoniano. Oltre un milione di bambini vivono in condizioni di estrema povertà, mentre il 34% sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Colpa della disoccupazione e dei servizi sociali sempre più scarsi a sostegno delle famiglie. Così la qualità della vita dei bambini è scesa. Ne risente la formazione con la rinuncia ad attività integrative e il taglio della spesa. Ne risentono gli ambienti domestici e persino la salute. Si, perché dall’inizio della crisi economica in Italia sembrerebbe raddoppiato il numero di minori che hanno dovuto fare i conti con la povertà alimentare.

Situazioni di questo tipo rischiano di innescare un circolo vizioso con gravi conseguenze per il futuro di centinaia di milioni di bambini. Nel rapporto di Save the Children, infatti, si evidenzia come la povertà minorile vada di pari passo con l’esclusione sociale ed economica. Le conseguenze sono molto concrete. Si stima ad esempio che un bambino che abbia vissuto significative e croniche carenze nutrizionali nei primi tre anni di vita, abbia maggiori rischi di ammalarsi, possa crescere almeno 3 centimetri meno di un suo coetaneo, avere maggiori problemi a completare la scuola primaria e in alcuni casi, da adulto, possa guadagnare dal 3 all’8% in meno all’anno rispetto alla media. Giovani donne con scarsi livelli nutrizionali sono inoltre più esposte a veder crescere i propri figli malnutriti.

Come precedentemente evidenziato circa il 73% delle persone povere del mondo vivono nei paesi a medio reddito ed è proprio in questi paesi che la povertà economica rischia maggiormente di trasformarsi in fenomeni di esclusione sociale e discriminazione. Fenomeni di questo tipo sembrano più frequenti in quei paesi che hanno conosciuto un rapido sviluppo economico come ad esempio l’India. Ma anche gli USA registrano ampi fenomeni di povertà minorile, soprattutto all’interno delle comunità afroamericano ed ispaniche.

Dati di questo tipo, si sa, vanno interpretati con la dovuta cautela, ma stavolta il fenomeno rischia solo di essere sottostimato. I bambini più poveri e vulnerabili spesso sono proprio quelli che sfuggono alle statistiche e si stima che nella realtà il dato potrebbe tristemente crescere di oltre il 25%. Non fa eccezione il sud Italia e neppure l’area flegrea, dove lontano dai riflettori si sono moltiplicate le situazioni di disagio. Per questo La Casetta Onlus opera contro la povertà e l’esclusione sociale dei minori. Un lavoro quotidiano fatto di gesti semplici, che però assumono un grande valore alla luce proprio del quadro appena dipinto. Si è visto, infatti, come il trasposto scolastico, il dopo scuola e le altre attività ludico-formative svolgano un ruolo fondamentale nella crescita del bambino. Accanto a tutto questo La Casetta non fa mancare l’attenzione alla famiglia, provando a migliorare il contesto di vita del minore attraverso azioni di sostegno materiale e varie forme di supporto alla genitorialità.

 

Mirco Maestrini

Ufficio Stampa La Casetta Onlus

CAMBIA IL LORO MONDO. CAMBIA IL TUO. COSÌ CAMBIA TUTTO