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Le scuole stanno per chiudere, l’estate si avvicina e finalmente anche il caldo sembra aver definitivamente fatto capolinea. Tempo di mare, tempo di giochi e di legittimo divertimento per i bambini, per tutti i bambini, anche quelli che difficilmente vivrebbero un’estate di mare e di vacanza. Questo è l’obiettivo de La Casetta Onlus, che anche quest’anno ripropone il campo estivo per il mese di luglio. Un appuntamento ormai ricorrente attraverso il quale si cerca di dare continuità all’impegno di un intero anno.

Ogni giorno il bus de La Casetta andrà in giro, casa per casa, e porterà i bambini in spiaggia. Mare, sole, castelli di sabbia e tanti giochi insieme agli operatori ed ai volontari che seguiranno costantemente le attività. Il tutto si svolgerà in un lido attrezzato presso il quale i ragazzi pranzeranno, prima di rimmergersi nel divertimento. Nel pomeriggio poi il rientro a casa, tutti nuovamente accompagnati.

Con la bella stagione, quindi, la solidarietà e l’amore non vanno in vacanza e neppure operatori e volontari de La Casetta, che continueranno il loro lavoro in favore di minori che vivono situazioni di rischio e disagio. Per loro si, comincia la vacanza! Giornate in cui troveranno un sano divertimento e uno sfogo positivo, evadendo momentaneamente dai contesti familiari difficili o dal peso di limitate possibilità.

A essere coinvolti in questa iniziativa saranno i minori del “Centro Polifunzionale Diurno” che tutto l’anno trascorrono parte della loro giornata a La Casetta, dove mangiano, studiano, prendono parte a laboratori e attività ludiche, oltre a ricevere un sostegno integrato insieme alle rispettive famiglie. A loro si aggiungeranno altri ragazzi che i comuni stessi individueranno nel tentativo alleggerire situazioni di disagio.

Lo scorso anno, inoltre, La Casetta è riuscita ad aggregare anche altri bambini, provenienti da contesti a rischio con cui gli operatori si sono confrontati durante le proprie attività. Si tratta di un’iniziativa senza alcun lucro, uno sforzo importante reso possibile dal sostegno di alcuni privati che hanno generosamente contribuito alle spese da sostenere per il campo.

L’auspicio è quello di potersi ripetere anche quest’anno. Le porte de La Casetta sono sempre aperte per tutti. Una lista di minori, elaborata in collaborazione con i servizi sociali, è già pronta e si spera di coinvolgerne il più possibile. Chi vuole, con una modica donazione, può aiutare un bimbo a passare un mese al mare, in completa serenità e lontano dal disagio.

Pochi principi sono radicati nell’idea stessa di stato moderno e democratico come quello dell’eguaglianza. Oggi probabilmente la riflessione pubblica si ferma poco sul tema e si è portati a credere che non ci tocchi da vicino. Poniamoci, però, la domanda: esiste davvero l’eguaglianza? Ha cercato di fornire una risposta il Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF con un report sulla disuguaglianza nel benessere dei bambini nei paesi ad alto reddito. Un lavoro che analizza il divario fra i minori della fascia più bassa e quelli della fascia media, in termini di reddito, istruzione, salute e soddisfazione nei confronti della vita.

Il quadro che emerge restituisce l’immagine di una crescente diseguaglianza anche nei paesi del cosiddetto benessere. La differenza fra ricchi e poveri è aumentata negli ultimi decenni e la crisi economica ha acuito il divario. In questo scenario è concreto il rischio di lasciare indietro in tanti, in particolare i più giovani. È ormai convinzione diffusa, infatti, che le esperienze infantili abbiano un profondo impatto non solo sulla vita presente dei bambini, ma anche sulle loro opportunità e prospettive future. Analogamente, le condizioni di svantaggio socio-economico nei primi anni di vita aumentano il rischio di basse retribuzioni, standard sanitari e competenze inferiori in età adulta.

Osservando i dati notiamo come la Danimarca sia in cima alla classifica complessiva con una disuguaglianza relativamente contenuta, seguita da Finlandia, Norvegia e Svizzera che condividono il secondo posto. Israele e Turchia si collocano nelle ultime posizioni della classifica, ma nella parte bassa troviamo alcuni dei paesi più ricchi del mondo, fra cui tre appartenenti al G7: Canada, Francia e Italia.

Il nostro paese nella classifica complessiva si trova addirittura al 32° posto sui 35 stati valutati nel loro complesso. L’indicatore più preoccupante è quello nelle diseguaglianze di reddito. In Italia un bambino di fascia disagiata ha a disposizione un reddito mediamente più basso di oltre il 60% rispetto ai pari età di fascia media. Un divario pesante ed in crescita in paese in cui la povertà minorile è già alta, al 17,7%. Crescente la diseguaglianza anche nell’ambito della salute, Italia 28°su 35, con sempre più bambini che non hanno la possibilità di effettuare una regolare attività fisica.  Solo leggermente migliore la situazione in merito all’istruzione e soddisfazione nei confronti della vita. Di tutto ciò i più piccoli non hanno colpa, ma rischiano di pagarne le conseguenze.

Dati di questo tipo servono a fornire un quadro chiaro e definito del problema, attraverso numeri che non possono essere ignorati. Chi, però, opera quotidianamente nell’assistenza all’infanzia e all’adolescenza più disagiata ha una percezione diretta delle difficoltà degli ultimi, di chi resta indietro, soprattutto se minore. Per questo i volontari e gli operatori de La Casetta Onlus, in via Cappella a Bacoli (NA), cercano di intervenire su svariati fronti per favorire l’inclusione sociale e combattere quelle disuguaglianze che spesso ne sono la causa.

Lo fanno attraverso un percorso integrato. La semplice assistenza materiale, infatti, non garantisce un’emancipazione piena e duratura. Combattere le diseguaglianze significa rompere la spirale di disagio garantendo un pieno sviluppo della persona e opportunità nuove per il minore. Allora La Casetta Onlus si occupa di istruzione con il supporto scolastico e l’accompagnamento. Non solo, in questa logica si inseriscono anche le attività ludico-ricreative e i programmi alimentari. Fondamentale, infine, anche l’attenzione al contesto familiare con il supporto alla genitorialità e le iniziative volte a creare nuove opportunità per madri senza lavoro.

 

Mirco Maestrini

Spesso si dice che la realtà non può essere spiegata con dei freddi dati numerici. Sarà sicuramente vero, ma in alcuni casi solo la forza brutale e inappellabile dei numeri può rendere l’idea di ciò che ci circonda. Nel mondo sono circa 570 milioni i bambini che vivono in condizioni di estrema povertà, 750 milioni sono vittime di deprivazioni di vario tipo, mentre più di 950 milioni rischiano di cadere in povertà. I dati forniti da Save the Children nel nuovo rapporto “Povertà minorile nel mondo”, sono sicuramente eloquenti, ma sembrano dipingere una realtà a noi lontana. Così non è. Circa il 73% delle persone povere nel mondo vivono in paesi a medio reddito e anche tra i paesi più ricchi. Nella stessa Unione Europea il 27% dei bambini sono a rischio di povertà ed esclusione sociale.

L’Italia non fa eccezione. Il nostro paese, insieme a Grecia e Spagna, è quello che ha maggiormente e fortemente avvertito la crisi economica e i dati lo testimoniano. Oltre un milione di bambini vivono in condizioni di estrema povertà, mentre il 34% sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Colpa della disoccupazione e dei servizi sociali sempre più scarsi a sostegno delle famiglie. Così la qualità della vita dei bambini è scesa. Ne risente la formazione con la rinuncia ad attività integrative e il taglio della spesa. Ne risentono gli ambienti domestici e persino la salute. Si, perché dall’inizio della crisi economica in Italia sembrerebbe raddoppiato il numero di minori che hanno dovuto fare i conti con la povertà alimentare.

Situazioni di questo tipo rischiano di innescare un circolo vizioso con gravi conseguenze per il futuro di centinaia di milioni di bambini. Nel rapporto di Save the Children, infatti, si evidenzia come la povertà minorile vada di pari passo con l’esclusione sociale ed economica. Le conseguenze sono molto concrete. Si stima ad esempio che un bambino che abbia vissuto significative e croniche carenze nutrizionali nei primi tre anni di vita, abbia maggiori rischi di ammalarsi, possa crescere almeno 3 centimetri meno di un suo coetaneo, avere maggiori problemi a completare la scuola primaria e in alcuni casi, da adulto, possa guadagnare dal 3 all’8% in meno all’anno rispetto alla media. Giovani donne con scarsi livelli nutrizionali sono inoltre più esposte a veder crescere i propri figli malnutriti.

Come precedentemente evidenziato circa il 73% delle persone povere del mondo vivono nei paesi a medio reddito ed è proprio in questi paesi che la povertà economica rischia maggiormente di trasformarsi in fenomeni di esclusione sociale e discriminazione. Fenomeni di questo tipo sembrano più frequenti in quei paesi che hanno conosciuto un rapido sviluppo economico come ad esempio l’India. Ma anche gli USA registrano ampi fenomeni di povertà minorile, soprattutto all’interno delle comunità afroamericano ed ispaniche.

Dati di questo tipo, si sa, vanno interpretati con la dovuta cautela, ma stavolta il fenomeno rischia solo di essere sottostimato. I bambini più poveri e vulnerabili spesso sono proprio quelli che sfuggono alle statistiche e si stima che nella realtà il dato potrebbe tristemente crescere di oltre il 25%. Non fa eccezione il sud Italia e neppure l’area flegrea, dove lontano dai riflettori si sono moltiplicate le situazioni di disagio. Per questo La Casetta Onlus opera contro la povertà e l’esclusione sociale dei minori. Un lavoro quotidiano fatto di gesti semplici, che però assumono un grande valore alla luce proprio del quadro appena dipinto. Si è visto, infatti, come il trasposto scolastico, il dopo scuola e le altre attività ludico-formative svolgano un ruolo fondamentale nella crescita del bambino. Accanto a tutto questo La Casetta non fa mancare l’attenzione alla famiglia, provando a migliorare il contesto di vita del minore attraverso azioni di sostegno materiale e varie forme di supporto alla genitorialità.

 

Mirco Maestrini

Ufficio Stampa La Casetta Onlus

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