“Per raggiungere un punto che non conosci, devi prendere un cammino che non conosci”. [San Giovanni Della Croce]
“Per raggiungere un punto che non conosci, devi prendere un cammino che non conosci”. [San Giovanni Della Croce]
“Un uomo che doni la forza di liberare la vita…” Una lettera di Anna Gallo per riscoprire il senso autentico della politica
Sono Anna Gallo, presidente dell’associazione di volontariato La Casetta Onlus. Scrivo per rispondere alle tante domande che nell’ultimo periodo mi sono state rivolte circa il mio pensiero politico. Viviamo in una società in cui l’ingiustizia si è strutturata nelle istituzioni che dovrebbero essere dalla parte dei cittadini. Ho sempre sognato alla guida del mio paese un uomo che trasmetta una forza positiva attraversa attraverso il dono della sua voce, la luce dei suoi occhi e la semplicità dei suoi gesti. Quella bontà nell’accogliere tutti e la capacità di leggere i cuori. Un uomo che doni la forza di liberare la vita dalla prigionia del potere. Fermare la mano di chi colpisce l’attuale sistema con la distruzione.
Penso che solo insieme si possa scegliere la strada giusta. C’è troppo divario tra ricchi e poveri. Non parlo di miseria, perché credo che la miseria sia qualcosa che renda infelici. Penso che per non vivere più disuguaglianze nel mondo c’è bisogno di un’economia sana, un’economia di condivisione. Spesso dimentichiamo che anche nel pensiero di Dio i beni devono essere condivisi. Per me una politica valida deve basarsi su una giustizia distributiva.
Spesso mi chiedo perché anche gli ultimi non possono essere cittadini consapevoli dei loro diritti. Allora credo che occorre fermare questa sorta di treno impazzito che ci sta portando sull’orlo del precipizio. Non voglio alla guida del mio paese uomini che vedono passare la storia e non fare nulla o provvedere solo ad alcuni aspetti. La storia può farci protagonisti e persino eroi. Amo un uomo con carisma e con la capacità di investire ed educare i cittadini. Un uomo con il pensiero libero, critico e alla ricerca di una politica attenta all’autenticità e alla sostanza, più che alle grandi adunate che testimoniamo il potere istituzionale.
Io non cerco nuove idee o nuove manovre. Cerco solo capacità d’azione, capacità di saper far frutto delle ricchezze che da sempre sono sotto i nostri occhi. Occorre capire il senso delle cose per poterle far funzionare bene e per tutti. Farle funzionare con amore perché senza amore esiste il deserto. Molte volte si fanno progetti e di rado gli uomini pensano che l’amore debba dire la sua perché conta solo l’organizzazione. Questo è un grosso sbaglio!
Quando manca l’amore, il vero motore dell’azione, non c’è più vita. Non appena l’amore compare tutto comincia a funzionare. Sottolineo, infine, che io non guardo mai l’orizzonte politico, ma mi piace guardare l’orizzonte umano, dove si scorge tutto il necessario. Senza lo sguardo dell’amore l’orizzonte necessario scorre.
Grazie,
Anna Gallo
Spesa gratis in cambio di volontariato. Messaggi di questo tipo hanno accompagnato lo scorso novembre l’apertura dell’Emporio della Solidarietà Arca. Un gran clamore mediatico che ha avuto il merito di accendere i riflettori sulle tematiche legate alla povertà. Il progetto portato avanti da La Casetta Onlus e la Fondazione Progetto Arca, però, nasconde una complessità maggiore che non sempre è stato possibile veicolare in articoli o servizi radiotelevisivi.
Idea fondante dell’Emporio, infatti, è quella di sfruttare il progetto non solo per dare un sostegno concreto alle famiglie, ma anche e soprattutto quella di aiutare persone in difficoltà ad uscire da una condizione di isolamento, chiusura e rassegnazione. Mettere esperienze e capacità a confronto, spingendo l’individuo a mettersi in gioco e non solo ad accettare passivamente un aiuto offerto.
In questo senso svolge un ruolo fondamentale la fase di formazione che la stessa presidente de La Casetta, Anna Gilda Gallo, ha tenuto insieme ai partecipanti al progetto. Un modo per prepararsi al volontariato, ma anche per favorire la socializzazione, riscoprire e valorizzare le competenze che ognuno possiede. Incontri sentiti che hanno portato frutti talvolta anche inaspettati.
Da cosa nasce cosa e dall’Emporio della Solidarietà sta nascendo un nuovo ambizioso progetto che mira ad aiutare le famiglie in difficoltà attraverso proprio un percorso di formazione. L’idea è quella di creare quella che potrebbe essere chiamata “Scuola delle abilità”. Ebbene sì, una vera e propria scuola che, facendo forza sulle doti ed inclinazioni di ognuno, fornirà alle persone in difficoltà gli strumenti necessari per rimettersi in gioco, per reinserirsi nel mondo del lavoro attraverso un atteggiamento di apertura e predisposizione alle opportunità che si possono presentare.
Insegnanti di eccezione metteranno a disposizione la loro esperienza e le loro conoscenze per guidare queste persone lungo un percorso formativo che si avvarrà di strumenti diversi rispetto a quelli tradizionali, ai quali siamo solitamente abituati. No ai classici libri di testo, si al fare con amore. Da qui la scelta di soprannominare questi maestri “coach in love”. Perché l’amore per il prossimo è da sempre il motore che spinge La Casetta Onlus ad andare avanti, che alimenta e dà vita alle sue iniziative.
È passata quasi una settimana dall’inaugurazione di “Arca, l’Emporio della Solidarietà”. Tanto interesse per un evento dall’importanza materiale e simbolica notevole. Prima di poter aprire quelle porte, però, è stato necessario un lungo lavoro, lo stesso che occorrerà per portare avanti il progetto permettendo alle famiglie in difficoltà di fare la spesa. Un prima e un dopo quindi.
Ed è in quel prima e in quel dopo che spesso i riflettori sono spenti. Non si spegne, però, l’interesse e l’attenzione di persone, gruppi ed attività commerciali che da sempre si dimostrano vicine a La Casetta Onlus e alle sue iniziative in favore di chi ha maggiore bisogno. Non è mancato il loro contributo anche nell’inaugurare “Arca, l’Emporio della Solidarietà” e certamente non mancherà per sostenerne le attività.
Per questo è doveroso un sentito ringraziamento a: “Multicenter School”, “Sciardac”, Risotrante “Capo Blu”, Agenzia di viaggi “Last Minute Store”, Amici del “Reiki” e Salvatore Illiano. È anche grazie a loro che, in collaborazione con la Fondazione Progetto Arca, oggi possono offrire sostegno a 40 famiglie del nostro territorio.
Il giorno dell’inaugurazione è ormai prossimo. Martedì 8 novembre, alle ore 17, aprirà per la prima volta le proprie porte “Arca, l’Emporio della Solidarietà”, allestito in via Cappella a Monte di Procida, proprio al confine con Bacoli. Si tratta di un importante progetto, unico in Campania e non solo, il frutto dell’intensa collaborazione fra l’associazione La Casetta Onlus e la Fondazione Progetto Arca Onlus con sede a Milano, che insieme intendono sostenere le famiglie indigenti del territorio flegreo.
Secondo il rapporto 2016 su povertà ed esclusione pubblicato dalla Caritas, infatti, in Italia sono un milione e 582mila le famiglie in povertà assoluta, oltre di 4,5 milioni di individui, il numero più alto dal 2005. Non si tratta di un disagio economico, ma della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quei beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Dal 2007 la percentuale di persone povere è più che raddoppiata passando al 7,6%. Ancora una volta è il Mezzogiorno a vivere la situazione più difficile, qui si concentra il 45,3% dei poveri di tutta la nazione.
Per questo nasce “Arca”, un social market con tratti molto innovativi. Nella sua sede si possono trovare frigoriferi e i classici scaffali di un supermercato con una dozzina di prodotti alimentari sempre disponibili. I clienti, tramite un protocollo d’intesa, saranno selezionati dai Servizi Sociali. Si tratta di 40 famiglie di Bacoli e Monte di Procida che potranno fare la spesa senza dover spendere i propri soldi. La Casetta e Progetto Arca, infatti, senza l’ausilio di fondi pubblici, sono riusciti a finanziare interamente il progetto. Le famiglie coinvolte riceveranno una tessera a punti che utilizzeranno per pagare la propria spesa.
Tratto innovativo di questa iniziativa è la possibilità per i clienti di “ricambiare” il servizio ricevuto tramite ore di volontariato da prestare secondo le proprie possibilità, competenze e predisposizioni. Per loro sarà proposto un apposito corso di formazione nel quale impareranno a relazionarsi col prossimo e con le diverse situazioni di disagio. Non più, quindi, un semplice dono, ma una nuova dimensione di scambio che gratifica la persona, facendola sentire utile e non peso. Tale sistema, inoltre, crea relazioni nuove, aiuta chi si trova in difficoltà ad uscire da una pericolosa tendenza all’isolamento.
Spiega così Anna Gilda Gallo, presidente de La Casetta Onlus”, il sentire da cui nasce il progetto: «Nella profonda problematicità della nostra vita c’è bisogno di una voce che gridi “non temere”. Io credo che l’uomo si debba liberare da quel che si è messo addosso o da quel che gli hanno messo addosso, l’inclusione, quindi, è importante perché solo così l’essere scopre la relazione e la capacità di amare.
«A Milano, a Roma, ora a Napoli, e domani in altre città italiane: Progetto Arca vuole essere presente per aiutare le famiglie in difficoltà, che hanno il bisogno e il diritto di riprendersi e ricominciare a vivere – commenta Laura Nurzia, vicepresidente della Fondazione – E aiutare per noi significa innanzitutto soddisfare i bisogni primari attraverso beni semplici proprio come quelli alimentari, ma significa anche guardare oltre l’assistenza, credendo in un futuro di autonomia e integrazione sociale per tutti. Questo è il valore imprescindibile della dignità della persona».
Lo scorso giovedì, 22 settembre, si è tenuto ad Ercolano il Premio “Eccellenze del Sud”2016 organizzato dall’associazione Terronian. Numerosi i convenuti nella splendida location di Villa Signorini per una serata dedita alla valorizzazione delle terre del Sud Italia. Tante premiazioni, quindi, per personaggi che hanno coinvolto professionisti, imprenditori, mondo associativo e sportivo.
Nel corso della serata è stata intervistata anche Anna Gilda Gallo, presidente de La Casetta Onlus, che ha raccontato le attività dell’associazione, le iniziative messe in campo in favore delle persone maggiormente bisognose e i progetti futuri. L’evento è diventato, quindi, un’importante occasione di incontro e di confronto con il tessuto imprenditoriale della provincia napoletana che si è dimostrato molto interessato all’opera quotidiana svolta da La Casetta nel territorio flegreo.
Va inoltre ricordato che la serata, animata da musica, spettacolo e buon cibo, è servita anche a raccogliere fondi che l’associazione Terronian, ha voluto in parte devolvere proprio a La Casetta Onlus. Un grazie quindi all’associazione per il coinvolgimento, ma un grazie particolare va anche a Maria Punzo che ha contribuito a creare questa sinergia.
Dal 2014 ad oggi nel Mediterraneo sono morti oltre 10mila migranti. Oltre 10mila persone, annegate nel tentativo di raggiungere l’Europa. Il 2016 non ha portato ad un miglioramento, anzi si sta configurando come l’anno peggiore. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) sono stati 2.859 i migranti morti nei primi cinque mesi dell’anno mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere le coste europee, ben mille in più rispetto allo scorso anno. La maggior parte di loro ha perso la vita nel braccio di mare fra Grecia e Turchia, ma con l’arrivo della bella stagione torna a popolarsi la rotta italiana.
Nonostante il significativo aumento dei morti, il numero complessivo di migranti non si discosta molto da quello dello scorso anno. Allora è giusto continuare a parlare di emergenza immigrazione? Probabilmente no. La vera emergenza, accanto al tragico numero di morti in mare, è costituita dalle carenze e dalle falle del sistema di accoglienza. Un sistema spesso corrotto, in cui si fatica a trovare nuove sistemazioni per gli ultimi arrivati.
L’Italia e l’Europa intera sono alle prese con una situazione estremamente complessa. I provvedimenti sinora adottati non hanno dato grossi risultati, o quantomeno non sono riusciti ad affrontare in maniera decisa il fenomeno. Resta una condizione di affanno generale e si torna a parlare di soluzioni radicalmente diverse. Circa un anno fa La Casetta Onlus si è confrontata sul tema con la Fondazione Progetto Arca che da oltre 20 anni opera nell’accoglienza.
Erano i tempi del caos alla stazione di Milano, ma anche oggi il lavoro continua. Proprio da lì, quando scendono da un treno e trovano ad accoglierli una squadra multilingue di mediatori che offre informazioni e beni di primo conforto. Poi c’è l’Hub per la registrazione e gli altri servizi: docce, un ambulatorio, postazioni PC, punto ristoro e area gioco per i più piccoli. L’accoglienza è organizzata per dare a chi arriva la possibilità di riposarsi, quattro, cinque giorni al massimo, il tempo necessario per levarsi di dosso un po’ della fatica del viaggio e orientarsi rispetto alle opportunità. L’obiettivo è avviare ogni ospite all’autonomia attraverso un programma di integrazione individuale portato avanti da educatori e assistenti sociali (maggiori info visita il sito).
Già allora emerse la proposta di corridoi umanitari che fornirebbero vie legali di transito ai migranti, arginando così quei fenomeni di illegalità che costituiscono la vera emergenza. La realtà, però, è che l’idea di accogliere liberamente chi è in fuga dal proprio paese costituisce qualcosa di piuttosto estraneo dal sentire comune, anche in ambienti tendenzialmente più aperti. A pesare non poco è una diffusa reticenza e un certo scetticismo con cui oggi si accolgono i migranti. Colpa di miti infondati, di un’informazione non sempre corretta e di una crescente ondata di radicalizzazione che ha costruito muri fisici ed ideologici.
Abbatterli non è affatto semplice, ma c’è chi nel quotidiano opera accogliendo coloro che ne hanno bisogno, senza badare al colore della pelle, alla provenienza o al credo religioso. Le porte de La Casetta Onlus a Bacoli sono sempre aperte con operatori e volontari pronti ad accogliere la persona, mettendo al centro l’umanità e le esigenze dell’individuo, non ciò che egli rappresenta. Servizi come la Mensa o Unità Mobile su strada si rivelano utili ad aiutare anche persone immigrate. In passato sono stati portati avanti anche progetti mirati come l’istituzione di uno sportello di mediazione culturale.
Ciò che, però, caratterizza sempre l’operato de La Casetta è l’atteggiamento di apertura, la voglia di tendere una mano, di ascoltare, capire e sostenere chi si trova in difficoltà. «Non muri ma ponti per questi nostri fratelli», le parole di Anna Gilda Gallo, la presidente dell’associazione. La porta de La Casetta è sempre aperta anche a chi voglia offrire il proprio aiuto. Sulla pagina facebook è possibile trovare maggiori dettagli sulle attività dell’associazione e le modalità per sostenerla.
ROMA. Alcune volte il fundraising viene inteso come serie meccanica di azioni per raccogliere fondi. Non è così, o almeno, non dovrebbe esserlo. Capita, spesso, che chi deve raccogliere fondi (mi riferisco, in particolare, alle associazioni di volontariato) provi una sorta di avversione verso le tecniche di fundraising. Per questo, per coloro che supportano professionalmente le organizzazioni nella raccolta di fondi, diventa necessario non perdere il contatto con un gesto semplice e spontaneo: il dono.
Secondo la Treccani donare vuol dire “dare ad altri liberamente e senza compenso cosa utile o gradita”. Ma è davvero così? E se è così, quali sono i limiti del fundraising? Anna Gallo è impegnata nel sociale da moltissimi anni. È accanto agli ultimi della terra che vivono o sopravvivono nella zona a nord di Napoli, un bacino che contiene oltre 130 mila persone. Lo fa con il supporto dell’associazione da lei creata, La Casetta onlus. Anna è una persona che si interroga molto sul significato del dono e con lei ho voluto discuterne toccando alcuni aspetti peculiari: gesto spontaneo, seguito ad una precisa richiesta, legata solo alle tecniche di fundraising.
Secondo Anna, donare ha a che fare con l’amore. È un tripudio di sensazioni e di calore che avvolge le persone in un grande mistero, quello divino. Un giorno le ho chiesto “Ma donare è davvero così necessario?” Per Anna il donare non entra nella logica del necessario ma nella consapevolezza che noi siamo una meravigliosa opportunità per noi stessi e per gli altri. Quando si dona, un grazie non è proprio necessario ma benvenuto, quando è spontaneo. Forse nel fundraising il “grazie” non è proprio spontaneo, ma il gesto meccanico del far partire la lettera di ringraziamento, non necessariamente vuol dire che il gesto non sia sincero e pieno di gratitudine verso chi ci ha aiutati.
A mio avviso, uno dei compiti del fundraising è educare alla solidarietà. Ho chiesto ad Anna se, secondo lei, si aiutano gli altri perché si è stati educati a farlo. Lei mi ha risposto che “ognuno è frutto della sua educazione, ma l’amore prende forma soltanto se diventa produttivo e accade quando lo trasferiamo sul prossimo”
Le ho poi rivolto una domanda sulla quale abbiamo discusso tanto. Chiedere un dono, utilizzando per esempio le tecniche di fundraising, fa perdere al dono la sua spontaneità? Lo rende meno “sincero”? “Il fundraising è una strada, un gran bel cammino ricco di risorse provvidenziali. È l’amore che si espande. È un abbraccio che nutre…non è forse vero che l’uomo virtuoso è incline agli accordi? Il fundraising è una grazia perché ha il potere di creare relazioni e ponti di speranza”.
Raffaele Picilli si occupa di fundraising e marketing per il Terzo Settore da oltre quindici anni. Il suo ultimo libro sul tema della raccolta fondi è “Fundraising e comunicazione per la politica” scritto con Marina Ripoli ed edito da Rubbettino Editore.
Martedì 30 giugno 2015 è venuto a farci visita in Neo Sindaco del Comune di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione con Dario Perreca (consigliere comunale) e Domenico Mazzella (consigliere comunale). E’ stato un momento importante per poter aprire una discussione sul disagio sociale del nostro territorio e sugli strumenti da utilizzare, per risollevare la situazione socio – economica delle persone disagiate.
Non possiamo che augurare un grande in bocca al lupo al neo Sindaco ed a tutta la sua amministrazione.