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Pochi principi sono radicati nell’idea stessa di stato moderno e democratico come quello dell’eguaglianza. Oggi probabilmente la riflessione pubblica si ferma poco sul tema e si è portati a credere che non ci tocchi da vicino. Poniamoci, però, la domanda: esiste davvero l’eguaglianza? Ha cercato di fornire una risposta il Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF con un report sulla disuguaglianza nel benessere dei bambini nei paesi ad alto reddito. Un lavoro che analizza il divario fra i minori della fascia più bassa e quelli della fascia media, in termini di reddito, istruzione, salute e soddisfazione nei confronti della vita.

Il quadro che emerge restituisce l’immagine di una crescente diseguaglianza anche nei paesi del cosiddetto benessere. La differenza fra ricchi e poveri è aumentata negli ultimi decenni e la crisi economica ha acuito il divario. In questo scenario è concreto il rischio di lasciare indietro in tanti, in particolare i più giovani. È ormai convinzione diffusa, infatti, che le esperienze infantili abbiano un profondo impatto non solo sulla vita presente dei bambini, ma anche sulle loro opportunità e prospettive future. Analogamente, le condizioni di svantaggio socio-economico nei primi anni di vita aumentano il rischio di basse retribuzioni, standard sanitari e competenze inferiori in età adulta.

Osservando i dati notiamo come la Danimarca sia in cima alla classifica complessiva con una disuguaglianza relativamente contenuta, seguita da Finlandia, Norvegia e Svizzera che condividono il secondo posto. Israele e Turchia si collocano nelle ultime posizioni della classifica, ma nella parte bassa troviamo alcuni dei paesi più ricchi del mondo, fra cui tre appartenenti al G7: Canada, Francia e Italia.

Il nostro paese nella classifica complessiva si trova addirittura al 32° posto sui 35 stati valutati nel loro complesso. L’indicatore più preoccupante è quello nelle diseguaglianze di reddito. In Italia un bambino di fascia disagiata ha a disposizione un reddito mediamente più basso di oltre il 60% rispetto ai pari età di fascia media. Un divario pesante ed in crescita in paese in cui la povertà minorile è già alta, al 17,7%. Crescente la diseguaglianza anche nell’ambito della salute, Italia 28°su 35, con sempre più bambini che non hanno la possibilità di effettuare una regolare attività fisica.  Solo leggermente migliore la situazione in merito all’istruzione e soddisfazione nei confronti della vita. Di tutto ciò i più piccoli non hanno colpa, ma rischiano di pagarne le conseguenze.

Dati di questo tipo servono a fornire un quadro chiaro e definito del problema, attraverso numeri che non possono essere ignorati. Chi, però, opera quotidianamente nell’assistenza all’infanzia e all’adolescenza più disagiata ha una percezione diretta delle difficoltà degli ultimi, di chi resta indietro, soprattutto se minore. Per questo i volontari e gli operatori de La Casetta Onlus, in via Cappella a Bacoli (NA), cercano di intervenire su svariati fronti per favorire l’inclusione sociale e combattere quelle disuguaglianze che spesso ne sono la causa.

Lo fanno attraverso un percorso integrato. La semplice assistenza materiale, infatti, non garantisce un’emancipazione piena e duratura. Combattere le diseguaglianze significa rompere la spirale di disagio garantendo un pieno sviluppo della persona e opportunità nuove per il minore. Allora La Casetta Onlus si occupa di istruzione con il supporto scolastico e l’accompagnamento. Non solo, in questa logica si inseriscono anche le attività ludico-ricreative e i programmi alimentari. Fondamentale, infine, anche l’attenzione al contesto familiare con il supporto alla genitorialità e le iniziative volte a creare nuove opportunità per madri senza lavoro.

 

Mirco Maestrini

“Facciamo i compiti insieme”, questo lo slogan del progetto che “La Casetta Onlus” di Bacoli ha promosso in collaborazione con “Centro Miriam Makeba” di Castel Volturno.  L’obiettivo è quello di offrire un supporto post scolastico con attività ludiche e di doposcuola per i minori in difficoltà del comune di Castel Volturno, uno spazio protetto dove i più piccoli possano sentirsi liberi di esprimersi e allo stesso tempo usufruire di un utile servizio.

In particolare le attività si rivolgono ai minori migranti. Il comune domitio, infatti, negli ultimi 10/20 anni ha assistito all’insediarsi di una massiccia presenza di cittadini extracomunitari che ha creato un sistema sociale molto complesso e variegato. A ciò si aggiungono cronici problemi ambientali, di disoccupazione, tossicodipendenza oltre che dispersione scolastica e mancanza di luoghi di aggregazione che affliggono più da vicino il mondo minorile.

In questo difficile contesto, il progetto vuole creare un luogo di incontro e di interscambio culturale per porre le basi d’integrazione sul territorio. Allo stesso tempo ai minori viene offerta la possibilità di esprimersi lontano da situazioni di pericolo e devianza che ne minano un sano sviluppo.

Le attività sono rivolte ai minori di età compresa fra i 7 e i 15 anni, che frequentano la scuola dell’obbligo. Dopo una fase di comunicazione e selezione dell’utenza, il progetto ha preso il via nel mese di febbraio e terminerà nel dicembre 2016.

Il progetto proposto da La Casetta Onlus è stato selezionato da Wind che ne ha finanziato la realizzazione. Le risorse ottenute, però, sono state completamente destinate a Centro “Miriam Makeda” che gestirà tutte le attività in programma ospitando i giovani utenti presso la propria struttura.

Sono 15 le ragazze che, grazie al progetto “Il LavORO delle Donne” finanziato dal Dipartimento della gioventù e del Servizio Civile Nazionale, si sono iscritte al corso di “Cucina in progress”. Il corso vuole offrire tutti gli strumenti basilari per poter intraprendere una carriere nell’abito della ristorazione. Il grande entusiasmo che ha circondato la cucina de La Casetta Onlus, in Via Cappella a Bacoli, sta facendo si che le lezioni siano interessanti e ricche di passione.

Ecco alcuni scatti delle lezioni di “friggitoria napoletana” e “i dolci della nonna”.

 

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